Il pomodoro: il Cav. Luigi Salvati ed il Re della dieta mediterranea

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Il pomodoro: il Cav. Luigi Salvati ed il Re della dieta mediterranea

Protagonista delle nostre tavole e simbolo del made in Italy gastronomico, il pomodoro è uno dei prodotti che meglio spiega il legame indissolubile tra produttori e territorio.
Luigi Salvati su produzione, coltivazione e qualità

É senza dubbio uno dei principali fautori del successo del Made in Italy alimentare. Il pomodoro, con i suoi derivati, non solo è il principe della dieta mediterranea, è un simbolo che non possiamo permetterci di gualcire. E che la sua produzione migliore avvenga nel nostro vessato Mezzogiorno, è motivo di ulteriore attenzione. Proprio al Sud, le cui specialità e varietà gastronomiche non si contano, si consuma un rapporto tra produttori e territori che esige la massima cura.
A spiegare in cosa consiste tale legame è Luigi Salvati, contitolare della Salvati Mario & C. S.p.A. di Mercato S. Severino (SA), azienda che si occupa di prodotti trasformati a base di pomodoro e altri ortaggi, legumi e frutta sciroppata.
«Fin dalla fondazione dell’impresa – dice Salvati – la nostra famiglia si è posta l’obiettivo di soddisfare una domanda qualificata di consumatori, attraverso l’utilizzo e la valorizzazione di prodotti tipici della zona di appartenenza. Uno degli aspetti sui quali abbiamo puntato maggiormente negli ultimi anni, è stato avere un “rapporto diretto” con la parte agricola. Questo ha permesso di gestire al meglio sia la programmazione e la pianificazione delle produzioni agricole sia le produzioni in senso stretto, in termini di tempi dei trapianti, vegetazione, raccolta e conferimento in azienda. Il monitoraggio dei campi comincia già prima dei trapianti e prosegue durante la vegetazione e la raccolta. Agli agricoltori viene chiesta la coltivazione con
il metodo della “pacciamatura”, in questa maniera si evitano tanti rischi di contaminazioni alle piantine di pomodoro durante la vegetazione, ottenendo maggior qualità, miglior resa produttiva in campo e una rilevante omogeneità del prodotto. La raccolta manuale, poi, è obbligatoria e con il conferimento della materia prima in azienda i risultati riscontrati sono confortanti. Infatti, oltre alla migliorata resa produttiva finale, sono stati ridotti i consumi di acqua e le quantità di rifiuti prodotti. Negli anni, è stato anche ridotto il numero di unità della manodopera specializzata stagionale (circa del 30 per cento negli anni dal 2009 al 2013…)».

TRA STORIA ED EVOLUZIONE

La Salvati Spa nasce nel 1957 e ha chiare origini familiari. «I fratelli Antonio e Mario Salvati – dice uno degli attuali contitolari, Luigi Salvati – fondarono il primo nucleo di quella che oggi è una realtà produttiva moderna, che ha perfezionato la struttura attraverso un’efficiente organizzazione per funzioni, in continua espansione. Nel corso degli anni la Salvati Spa cresce, in termini di fatturato, volumi e spazi, grazie al lavoro dei figli, e attualmente è già presente la terza generazione. L’investimento in tecnologie e risorse umane qualificate per consolidare e incrementare la presenza sul mercato nazionale e internazionale, punta a qualificare nuovi prodotti nelle realtà evolute della distribuzione moderna. Tutti lavoriamo per un obiettivo comune, ovvero far crescere e apprezzare sempre di più nel mondo l’azienda che i nostri nonni con tanti sacrifici hanno messo su più di 50 anni fa e che oggi con molta umiltà, passione e dedizione noi tutti proviamo a gestire al meglio».

Un altro impegno da parte dell’azienda salernitana ha riguardato la riduzione dei consumi di acqua. «È stato possibile – spiega Salvati – anche perché in diversi punti del ciclo lavorativo l’acqua impiegata è stata recuperata (riciclata), in parte e in alcuni casi totalmente, attraverso l’impiego in altre fasi di lavorazione. Questi aspetti hanno inciso in maniera determinante anche sul rapporto qualità-prezzo, e per un’azienda come la nostra che ha sempre puntato prima di tutto sulla qualità, è stato importante: mentre si tende continuamente ad alzare i
propri standard, siamo riusciti ad aumentare la nostra competitività sui prezzi. E i risultati raggiunti negli ultimi anni sono stati confortanti».
Un forte interesse del mercato è diretto verso prodotti che richiamino nel consumatore i concetti di salute e di naturalità.
«Non a caso abbiamo portato a termine un aggiornamento per ripristinare la posizione italiana di leadership qualitativa dei derivati del pomodoro, adeguandone l’aspetto ai prodotti concorrenti maggiormente rispondenti alle esigenze del consumatore.
Perciò abbiamo provato a trasferire i prodotti della tradizione in nuove forme di packaging, alternativi alla banda stagnata e al vetro, aumentandone la qualità percepita e, allo stesso tempo, il contenuto di servizio, destinandoli a un target più moderno. Abbiamo studiato la possibilità d’impiego di nuove forme di packaging attraverso l’utilizzo di contenitori plastici, poli-accoppiati, alluminati (tutti possibilmente riciclabili e/o bio-degradabili) per i quali è stato necessario verificare sia le condizioni tecnologiche di trasferimento (possibilmente in condizioni tali da non modificare le attuali linee di processo) che il gradimento da parte del mercato».

fonte: Gusto, il Giornale

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